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CIRCOLO ACLI MOVI – MOVIMENTO GIOVANI DI CENTALLO (CUNEO). LA FORZA DELLE NUOVE GENERAZIONI CHE SI CONTAMINA CON ALTRE REALTA' DEL TERRITORIO, SPERIMENTANDO PERCORSI CHE COINVOLGONO UN'INTERA

Stefano Giolitti è il giovane presidente del MOVI (Movimento giovani), Circolo Acli di Centallo a Cuneo, che raccoglie un gruppo di giovani del territorio con esperienze di volontariato alle spalle, con l’obiettivo di guardare al futuro e alle nuove generazioni.

Allora Stefano, qual è il percorso che ha portato te e gli altri ragazzi del consiglio alla guida del Circolo Acli di Centallo?

La nostra è un'associazione che nasce qualche anno fa, quando il parroco di Centallo di quel tempo, qui a Cuneo, parliamo degli anni ’90, aveva già speso praticamente tutti fondi della cassa della parrocchia per la costruzione di un di un oratorio, conforme alla pratica di attività sportive e ideale per gli scambi e le interazioni sociali. In pratica sono stati ripristinati gli spazi per creare una specie di centro sportivo. A Centallo non c’era niente di simile prima, quindi lui aveva pensato di riprendere in mano la vecchia struttura già esistente organizzando campi da calcio, da basket, poi il tennis, campi di pallavolo ecc., aggiungendo uno spazio di ritrovo con il bar. Nei fatti un Circolo. Però ci si rende subito conto che la gestione in mano alla parrocchia sarebbe stata complessa, per questo hanno deciso di affidare il tutto alle ACLI. Si sono susseguiti diversi direttivi che hanno dibattuto sulla necessità di rivolgersi ai giovani, peccato che poi la composizione stessa del direttivo non prevedeva il coinvolgimento di figure propriamente giovani, ecco!

Invece una svolta in questo senso c’è stata proprio circa tre anni fa, quando l’allora presidente uscente, di 55 anni, ha voluto lasciare il testimone ai giovani, sostenendo che un Circolo per i giovani deve essere guidato da giovani, capaci di intercettare i bisogni e le esigenze del territorio, quando si tratta dei propri coetanei. Noi siamo sempre stati nel Circolo, ma non facevamo parte del direttivo; attivi dal punto di vista dell’impegno volontario, in attività sportive o parallele, svolte all’interno del Circolo, però diciamocelo…. Non avevamo mai preso nessuna decisione!

Adesso il cambio di rotta, ed eccoci qua, catapultati in una sfida che all’inizio pensavamo più grande di noi: ci siamo assunti l’onere nella totale ignoranza dal punto di vista della gestione, non avevamo alcuna preparazione in merito e tanto meno esperienze. Non avevamo mai provato neanche a fare delle proposte da soli, che non fossero accompagnate dalla figura di un adulto. Ma non ci siamo tirati indietro, abbiamo iniziato e, in pochi anni, abbiamo provato, noi con le poche forze a nostra disposizione, a comprendere le diverse esigenze provenienti dalla comunità, per offrire delle risposte un po' diverse dalla semplice festa di paese. A Centallo abbiamo una festa paesana, dove comunque mancavano impulsi di aggregazione, soprattutto per la fascia dei giovani. Non abbiamo da subito immaginato un programma di attività, siamo andati per tentativi, con delle proposte pensate da sperimentare. Ora stiamo cercando di crescere, di migliorarci e cambiare, provando anche ad andare in direzioni diverse se necessario, aprendoci ad esigenze e target variegati. Vorremmo arrivare a tutti!

Quando vi siete trovati con in mano il Circolo, con questa nuova responsabilità, cosa vi siete detti? Da che parte avete iniziato?

Guarda vorrei spiegarlo con un aneddoto, ci tengo. Inizialmente hanno chiesto a me se fossi disposto a prendere in mano le redini di questo gruppo, portando avanti il Circolo ed io ho pensato subito: “ma perché lo chiedete proprio a me, potevano benissimo rivolgersi a qualcun altro”? Del resto, non avevo mai avuto un ruolo centrale. A mia insaputa, il presidente di un’associazione che lavora all’interno di questo grande mondo di organizzazioni sportive che, in rete, collaborano con il Circolo, ma che svolgono iniziative anche indipendenti sul territorio, mi aveva segnalato. Ho incrociato il presidente Davide Mana per la prima volta nel mondo dell’Azione Cattolica, da cui anche io provengo, e lui ha avuto un ruolo importante nella fondazione del MOVI, poi è venuto a mancare ancora molto giovane, un padre di famiglia, e dopo mi hanno comunicato che lui aveva fatto il mio nome per portare avanti questa esperienza a Centallo. Tale consapevolezza mi ha riempito di commozione ed è stata la spinta ad accettare l’incarico. Se qualcuno aveva creduto tanto in me, qualcuno come Davide che stimavo e rappresentava uno dei grandi pilastri della vita che hai la fortuna di conoscere, potevo farcela, potevo anche io credere in me, sebbene consapevole di non essere pronto al compito. Ho guardato avanti!

Gli altri li ho coinvolti a partire da una considerazione semplice: se davvero avessimo voluto fare qualcosa di diverso per la comunità con un impatto, avremmo dovuto coinvolgere i giovani andando ad intercettare negli altri ambiti, nei mondi diversi dal nostro, aprire, diversificare. Così abbiamo cercato nell’Azione Cattolica, quindi la parte di oratorio che è molto forte da noi; siamo entrati in contatto con le diverse associazioni sportive di basket, pallavolo, ecc.; poi siamo andati alla ricerca di chi poteva portare un contributo nuovo, attingendo al mondo delle Proloco e delle Frazioni. Insieme potevamo capire cosa mancasse nel territorio, su cosa potevamo fare la differenza. I ragazzi erano spaventati, è stato difficile, perché io avevo 25 anni all’epoca, ma ero il più vecchio; loro tutti avevano intono ai 20, 22 anni, ancora più insicuri e impreparati. Puntare sulla partecipazione di un universo ampio di organizzazioni ha funzionato, aiutandoci a mettere a fuoco le esigenze dei giovani nei diversi ambiti. Negli anni abbiamo conosciuto anche altri circoli, siamo stati molto a contatto con la sede provinciale e altre realtà del territorio, e posso dire che la nostra particolarità sta nell’essere uno spazio unico nel suo genere, un punto di riferimento importante per la comunità del Paese.

In questi ultimi due/tre anni da quando avete preso le redini del MOVI, che cosa avete realizzato? Quali iniziative ritieni siano state più significative?

All’inizio abbiamo svolto attività ordinarie per i tesserati. Poi ho spinto per uscire dal seminato, con l’obiettivo di attrarre di più e non trattenere chi già c’è. Così siamo partiti con alcuni tornei su delle discipline sportive, di pallavolo ad esempio, ma anche di palla prigioniera, un’attività molto giocata che è stata particolarmente apprezzata. Poi un piccolo concerto con degli artisti locali di musica indi, gruppi emergenti che potessero proporre la loro musica e anche questo è stato un successo. Dall’esterno ci era arrivato l’input di costruire uno spazio come aula studio, dove poter avere occasione di studiare in tranquillità, considerando gli orari improponibili della biblioteca; allora, abbiamo messo a disposizione un salone, coordinandoci nei pomeriggi per tenere aperta questa aula studio. A seguire, ci siamo messi in testa di organizzare un evento grande sul tema della sostenibilità, partendo dalla considerazione che ne parlano in molti, ma sempre con un taglio molto “alto”, non sempre afferrabile per tutti. Partendo dall’idea di come ciascuno, il singolo, può contribuire in modo semplice ma fattivo alla sostenibilità ambientale, abbiamo sviluppato un progetto-evento su questo: un altro incredibile successo.

Il progetto più ambito riguarda l’organizzazione del torneo dei Rioni o Cantoni cittadini con il coinvolgimento di tutta la comunità, più di 150 persone, sfidando i partecipanti delle diverse squadre a misurarsi all’interno di una manifestazione che vuole essere più di aggregazione che sportiva. La realizzazione di questo evento è stata possibile grazie al coinvolgimento delle tre proloco locali, all’Avis, alla sezione della Croce Rossa, all’Associazione Centallo Viva, un’associazione culturale, e poi alla Caritas e altri. Ci sono state squadre con 65 persone dentro. Ha funzionato così bene che dovremo riproporlo ancora. Il veicolo sportivo sta funzionando molto come aggregante, qui a Centallo anche tra generazioni diverse. Non possiamo poi trascurare anche il gradimento ricevuto dalla Cena al buio, grazie alla collaborazione con l’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti. Un’esperienza così forte e per certi versi inedita, al punto che ci siamo spinti fino all’organizzazione della quarta edizione, a grande richiesta.

I corsi che abbiamo realizzato sono un’altra componente importante. Ad esempio, il corso di fotografia analogica e sviluppo del rullino, iniziativa di nicchia, che però ha registrato una presenza inaspettata. Poi un corso di cucina per bambini delle elementari, contando sul fatto che ne sarebbero venuti due, invece nel giro di due giorni, abbiamo riempito l’intero corso con 20 bambini e ci hanno chiesto di rifarlo, ci hanno contattato circa 70 persone interessate, una cosa inaudita. Tra l’altro realizzato con l’aiuto di un ex cuoco disponibile sempre gratuitamente e la collaborazione della scuola di Centallo. A parte i bambini contenti, è stato un vero punto di convergenza e aggregazione con i genitori, un modo per coinvolgere le famiglie. Insomma, spinti dal brivido del rischio, ci incamminiamo sulla strada del corso di cucito, un’idea rivolta ad un target ristretto, pensando alla partecipazione di qualche signora interessata…. Non entravamo più nel salone, pieno di giovani dai 17 ai 20 anni di età ad apprendere i segreti dell’uncinetto e dovremo riproporre a settembre, sempre grazie al contributo di alcune signore esperte che si offrono volontarie per insegnare.

Che cosa significa per voi stare nel mondo Acli? Quali riferimenti, quali relazioni?

Personalmente ho vissuto in modo profondo l’esperienza in Azione Cattolica per circa dieci anni, ero inserito bene anche negli ambiti diocesani, l’universo Acli era più lontano per me, non lo conoscevo bene, dico la verità. Più che altro l’impressione era di un mondo non vicino ai giovani, uno spazio dove si riunivano gli anziani per giocare a carte o a bocce. Poi quando siamo entrati il primo rapporto con la sede provinciale è stato fantastico, abbiamo trovato un livello di competenza e preparazione altissimo, sul piano tecnico, e una grande voglia di collaborazione. Cooperiamo a dei progetti con loro. Elio Lingua, attuale presidente provinciali di Cuneo, negli anni ’90 è stato presidente del MOVI e questo aggancio è importante, abbiamo trovato molto supporto.

Ci siamo avvicinati anche al mondo di GA Acli, abbiamo partecipato alla 3gg sulla sostenibilità e abbiamo scoperto una realtà incredibile, con grande forza di coinvolgimento dei giovani.

Prova a soffermarti su quella che pensi sia stata una delle principali difficoltà incontrate, cosa diresti?

Allora, dobbiamo mettere in conto che siamo un Circolo e lo spazio in cui lavoriamo non è quello comunale, ma è lo spazio parrocchiale, cioè di proprietà della parrocchia. Facciamo fatica a superare una serie di scogli per l’approvazione dei progetti ai bandi pubblici, pur tentando più volte, alcuni progetti non sono andati a buon fine. C’è da faticare molto, però provando a lavorare in rete con altre organizzazioni abbiamo potuto superare le difficoltà. La capacità di fare rete è determinante. Per noi, come per molti circoli, gli aspetti economici non sono indifferenti. Ad esempio, per delle ristrutturazioni di cui avremmo bisogno non possiamo fare tutto con i volontari. Abbiamo il bar, ma prima che arrivassimo noi era stata data in gestione a privati, anche se siamo noi a definire i rapporti e le linee guida, non ce ne occupiamo direttamente.

Qualche proposito per il futuro?

Incrementare sicuro i punti di contatto tra noi e altre organizzazioni; forse, provare a diventare un punto di riferimento sempre più consolidato per i giovani qui a Centallo. Un grande sogno è di allargare i nostri progetti, i nostri eventi, non solo corsi o cose piccole, ma eventi di grande portata. Ad esempio, non ci stiamo ancora pensando a livello tecnico, però ci interesserebbe realizzare un concerto. Qualcosa con una grande diffusione e partecipazione.