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Azione Sociale - Acli - Martedì, 11 Giugno 2024

CIRCOLO ACLI PACHINO (SIRACUSA) CORALE TETRACORDUS. IL CORO "ETEROGENEO" E INTERGENERAZIONALE CHE ANIMA IL TERRITORIO

Nella punta più a sud della Sicilia si trova una località famosa per il pomodoro, testimonianza di tante culture approdate nella regione: il comune di Pachino. Tra questi luoghi, nel 2012 si costituisce sulla carta il Circolo Acli “Tetracordus”, al cui centro c’è il coro, un ensemble vocale che nasce nell’ambito dell’area di Arte musica e spettacolo. Non hanno una definizione Unasp, se così si può dire, sono un piccolo circolo che, insieme al Circolo Acli di Cassibile, investono in attività di promozione sociale, educative e aggregative, in una realtà, quella siciliana, difficile, in cui le iniziative non sempre riescono a germogliare.

“La maggior parte dei nostri aclisti si dedicano al canto corale, a cappella e quindi abbiamo voluto avviare una fase di sperimentazione”, spiega Giusi Spagnolo, Presidente del circolo. “Ci definiamo un circolo amatoriale, che nasce come coro parrocchiale, questo è il circuito in cui ci siamo mossi inizialmente. Avevamo dei legami con Caritas e con Don Maurizio Novello, ci siamo legati a lui e con lui è nata questa avventura, nello spirito cristiano che ci legava.

E con questa vostra “avventura”, Giusi, quali iniziative avete promosso?

In collaborazione con le Acli provinciali abbiamo certato di portare avanti progetti che ci sembravano utili e interessanti. Innanzitutto, siamo stati molto vicino ai terremotati dell’Emilia-Romagna. In quella triste occasione, non so ricordate, con il terremoto molte aziende locali hanno assistito alla distruzione di numerose forme di parmigiano e quelle rimaste rimanevano invendute. Allora, con il supporto delle Acli di Modena, con le Acli siciliane abbiamo avviato un’operazione per vendere pezzi di parmigiano da noi, inviati dalle Acli Modena. Il ricavato lo abbiamo rispedito con l’obiettivo di sostenere la ricostruzione. Seconda esperienza significativa è stata quella di “Mille voci per cominciare” questa volta a favore dei terremotati dell’Umbria. Insieme ad altri artisti provenienti da tutta Italia, abbiamo realizzato numerosi concerti, raccogliendo delle somme importanti da devolvere per la costruzione del teatro e a sostegno delle persone senza casa. Con le Acli di Siracusa, poi, un’altra raccolta di fondi recente l’abbiamo organizzata a favore degli ucraini, muovendoci con le parrocchie e le diocesi del luogo.

Abbiamo aderito al progetto “Smonta lo stereotipo”, con le Acli Sicilia e le Acli provinciali destinato a programmare nelle scuole interventi finalizzati alla prevenzione del fenomeno della violenza di genere e alla diffusione della riflessione sulla parità di genere. Noi lo abbiamo attuato in collaborazione con l’Istituto Paolo Calleri e nella versione serale dedicata agli adulti. SI è trattato di una magnifica esperienza vissuta insieme ad un nostro amico aclista che è psicoterapeuta. Dove c’è necessità noi ci siamo. Non siamo mancati alla PassioChristi, la processione ci vede coinvolti come coro. Aderiamo all’“Inverdurata”, famosa per l’arte effimera qui da noi, e con l’occasione proponiamo musica particolare. Metto insieme anche il concerto all'Hospice di Siracusa (per il fine vita) rivolto ai malati della struttura; inoltre, a Natale abbiamo regalato una sedia a Rotelle alla RSA della città di Pachino, luogo che accoglie malati di Alzheimer, o altre problematiche, ai quale serve riabilitazione, ed essendo Natale, abbiamo anche regalato dei panettoni.

Ci piace anche l’esperienza interessante al Congresso Regionale delle Acli, dove ci hanno chiamato e siamo stati visti anche dalle altre Acli, non più solo della zona di Pachino.  In Sicilia, forse, siamo una realtà unica: uno al massimo due saranno le associazioni coro delle Acli in questo territorio.

 

Dovendovi definire con una caratteristica distintiva, che vi renda riconoscibili nel panorama della musica e come circolo Acli, quale sarebbe?

Di sicuro possiamo ritenerci un coro “eterogeneo”, i nostri coristi spaziano dalla presenza di ragazzi di terza media fino alla partecipazione dei sessantenni. L’inclusione e il coinvolgimento dei diversi livelli di età per noi è un obiettivo. Siamo un circolo con una trentina di soci e un direttivo di circa 6, però le decisioni sulle attività sono prese per lo più di comune accordo, ci conosciamo da più di dieci anni e le idee possono venire da tutti, poi il direttivo si riunisce per capire come declinare meglio le azioni previste. Ci conosciamo da tanti anni e ci comprendiamo, questo è un altro punto di forza considerevole. Tutti i soci cantano, solo io mi occupo delle scartoffie e delle questioni amministrative.

Ci caratterizziamo per il grado di professionalità dei nostri insegnanti: Maria Laura Lizzi e Lucia Franzò sono insegnanti di livello nazionale e ci portano anche altrove. Di solito ci muoviamo all’interno del nostro contesto territoriale, ma quando è necessario, se ci chiamano per iniziative benefiche altrove, allora superiamo lo stretto di Messina. Loro come insegnanti sono spesso fuori dalla Sicilia, per dei corsi di aggiornamento. Noi, invece, tutti, ci siamo spostati per partecipare ad un importante evento a Napoli, qualche tempo fa, il “Mille cori”, che riuniva cori provenienti anche dall’estero. Siamo stati a Pompei, poi in Puglia. Dalla fine del Covid dobbiamo ancora un po' riprendere ma siamo stati in Vaticano con i cori delle diocesi riuniti, a Palermo, a Zafferana e Selinunte.

Quale significato ha per voi la parola comunità e il vostro maggiore contributo per coltivarla?

Come circolo Acli, che è anche un coro, il nostro principale lavoro per generare comunità è prenderci cura della scuola, portando un contributo per sostenere quella difficile funzione educativa che svolge nei riguardi dei ragazzi. La musica è un potente veicolo di coinvolgimento e di educazione; il cambiamento è un processo che nasce dalla sensibilità, dall’ascolto, dalla disciplina, che la musica può attivare, per questo le possibilità scaturiscono dalla scuola media, elementare e soprattutto dai bimbi più piccini. Lucia Franzò è il direttore artistico del nostro coro ed è anche insegnante di musica a scuola. Il nostro gruppo sente questa impronta. Anche Maria Laura Lizzi, l’altra nostra insegnante, fa corsi di piano ai ragazzi. L’obiettivo è offrire loro degli strumenti per avvicinarli, per fargli sperimentare un impegno di tipo diverso, solidale, sensibilizzandoli alla musica, ma anche a quello che succede nel loro territorio.

Una opportunità incredibile per fare la differenza è arrivata con il “Coro delle mani bianche”, una iniziativa in collaborazione con l’Associazione “Dopo di Noi”. Un’organizzazione riconosciuta a livello nazionale che accoglie coloro che con problematiche e disabilità varie si troveranno a non poter contare su nessuno al momento della morte dei propri genitori. Quindi persone che non possono appoggiarsi ad una rete di supporto in grado di andare oltre la più stretta cerchia familiare. Questa realtà pone problemi di solitudine e il rischio concreto di non poter essere accuditi e accompagnati nella vita in assenza dei genitori. Ci sono età varie, dai più piccoli agli adulti e noi abbiamo composto con loro il coro di voci delle mani bianche, chiamato così perché i partecipanti indossano dei guanti bianchi e cantano attraverso un sistema di segni, con i gesti, perché hanno difficoltà motorie e di linguaggio. Lucia e i ragazzi del nostro coro hanno lavorato per costruire questa meravigliosa esperienza, resa possibile grazie alle Acli di Pachino. Poter supportare le persone in difficoltà, anche giovani, dando l’opportunità di esprimersi è incredibile!

Lucia è il veicolo, è un vulcano e questo ci sostiene, però la nostra forza è nel collettivo. I ragazzi sono il cuore del nostro progetto, ma è complicato tenerli agganciati ad un impegno come quello del coro e comunque del circolo. Sono oberati, spesso stanchi, e noi chiediamo anche del tempo per le prove serali; forse la chiave è nel cambiare modalità di approccio, cercando di rendere la loro partecipazione più ludica. Alcune famiglie non riescono a sostenere questa partecipazione e contribuiamo. Ad esempio, li agganciamo attraverso la proposta di lezioni di piano ad un importo irrisorio, perché per alcune famiglie e gravoso. Quindi dedicano del tempo. Un’altra bella occasione è nata quando da una scuola ci hanno chiamato per preparare dei giovani per una esibizione con una canzone scelta. Un modo per entrare a scuola e stare a contatto con loro, tutto volontariato da parte nostra. Con amore per i giovani e per la musica. Poi, insomma 10, 12 ragazzi ci aiutano un po' anche nell’organizzazione.

Avete attraversato fasi critiche in questi anni?

Penso che la parentesi del Covid sia stata drammatica e deleteria per ogni realtà come la nostra, ma puoi immaginare cosa possa significare per un coro non esibirsi davanti al proprio pubblico, non potersi incontrare. Devi ripensarti insomma e trovare il modo per viverla al meglio. Così, con so se altri hanno fatto lo stesso, ci siamo esibiti via web. Fare corale online è difficilissimo: iniziano i bassi e prima che arriva la voce il tempo non aiuta, però è stata un’esperienza molto formativa. Non ci siamo limitati al canto web, ma abbiamo voluto esagerare con un concerto vero e proprio realizzato in una chiesa vuota, chiedendo il permesso all’Arcivescovo di Pompei e il parroco ci ha aperto la parrocchia. Da lì abbiamo fatto una diretta online aperta chiunque si volesse collegare, avvertendo la cittadinanza di questa opportunità durante il periodo natalizio. Non ci siamo mai fermati, siamo stati attivi per la cittadinanza anche in un periodo così buio come il covid. In particolare, a Natale, dove non ci si poteva incontrare. Le nostre esibizioni, sebbene a distanza, hanno ricevuto commenti sensibili e affettuosi e questo ti fa sentire bene. Il coro non è solo un mestiere o un veicolo di solidarietà, è un impegno che ti prendi se hai passione: durante la pandemia si cantava dai balconi, le persone cercavano di mantenere un legame attraverso la musica e il canto e per noi è stata una risposta, una esperienza positiva e malinconica allo stesso tempo, un’opportunità per essere nel territorio, già molto provato dagli eventi. Ma anche un’esigenza, un bisogno da parte dei coristi di incontrarsi la sera, provare e condividere insieme questo momento difficile senza fermarsi, facendolo però come di consueto con lo stesso rigore e determinazione, come fanno i cori di un certo livello, paragonabili a molta esperienza del Nord Italia. Qui al Sud, il coro non ha una tradizione come altrove, invece il nostro può vantare di una certa professionalità perché è un valore, fare musica impegnativa.

Giusi, progetti per il futuro?

In questo momento ci stiamo preparando per l’attività corale estiva. Molti sono gli eventi nella Provincia a cui saranno invitati i nostri coristi. Ci piacerebbe fare con le Acli di Cassibile, promotrici dell’iniziativa, i “Giochi senza quartiere” di cui sono io innamoratissima. Ovvero, quando il paese viene diviso in quartieri, in modo da formare delle squadre che si sfidano in vari giochi. Ci siamo ripromessi di riportare questa esperienza in altri contesti Acli, coinvolgendo i servizi, ad esempio, che in Sicilia sono molto importanti nei circoli; dobbiamo trovare tempo ed energia come Acli, fare rete tra noi. Il presidente provinciale delle Acli è di Cassibile e quindi vorremmo collaborare e già lo facciamo un po'. Ci conosciamo tutti, anche nelle riunioni in provincia ci incontriamo. Vogliamo coinvolgere le comunità per far capire cosa sono davvero le Acli. Far conoscere che esistono forze ed esperienze significative di Acli al Sud differenti da altre conosciute.