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Plan Your Future - Circolo Acli Il Lato Positivo e Acli Verona (VR)

Il progetto è stato realizzato dalle Acli di Verona, dal loro Circolo “Il lato positivo”, in collaborazione e con il contributo del Comune di San Giovanni Lupatoto e di Lazise.

E’ iniziato nel 2023 e ha coinvolto 67 ragazzi tra i 12 e i 17 anni attraverso attività semi strutturate e guidate. Le attività stanno proseguendo anche nel 2024 con il coinvolgimento di altri comuni e realtà territoriali di Verona e provincia.

La proposta intende realizzare interventi innovativi per prevenire e contrastare il disagio e la devianza giovanile. L’intento è quello di agire sulle situazioni definite a rischio attraverso il coinvolgimento più ampio dei ragazzi del territorio, al fine di non “ghettizzare” le fragilità, ma favorire protagonismo e inclusione tra pari, stimolando un’attivazione responsabile nel progettare il loro futuro. Come? Un’educativa di strada vicina ai giovani, che non giudica, ma accoglie, ascolta e attiva. In questo modo si capovolge la logica tipica degli interventi educativi, che si basa sulla realizzazione di attività che nascono su una proposta strutturata dagli operatori sociali e si fa diventare la “strada” da luogo di devianza a momento dell’incontro e del confronto, dove i giovani possono esprimere la loro voglia di protagonismo e portare i loro desideri e bisogni. Questo permette di co-progettare gli interventi in risposta, superando soglie e ostacoli reali e simbolici che normalmente l’accesso alle proposte educative tradizionali porta con sé. La strada così viene intesa come possibile “Setting”, e quindi un’organizzazione di spazio, tempo e regole. 

I giovani oggi manifestano in varie forme il desiderio di essere ascoltati. A volte, alcuni, lo fanno anche con modalità scorrette e/o irrispettose delle regole civiche: si tratta spesso di giovani con background socioeconomico-familiari e reti relazionali fragili. Questo si rileva anche negli spazi del Comune di Lazise, dove gruppi di giovani si incontrano nel tempo libero. L’approccio meno efficace in questo caso, è quello di riprendere tali azioni con divieti, limitazioni e restrizioni: nel breve periodo questo forse produce qualche impatto, ma sul lungo periodo ci sarà sicuramente una reiterazione delle azioni poste in essere, magari in altri spazi e in altri luoghi, ma con le stesse modalità.

Accogliere invece queste manifestazioni come una richiesta di attenzione e possibile espressione di bisogni e idee, facendo al contempo capire ai ragazzi che con le corrette modalità di interazione possono essere rinforzati e sostenuti nel portare avanti ambizioni e proposte, permetterà di infondere senso di fiducia, responsabilità, immaginazione e partecipazione. Il cambiamento nelle modalità di relazionarsi ed approcciarsi al mondo adulto e all’ambiente che li circonda viene generato, infatti, favorendo un protagonismo autentico, rispettoso dei tempi, dei linguaggi e delle visioni di questi ragazzi che offra loro anche la possibilità di rischiare, normalizzando un possibile fallimento come opportunità di miglioramento e crescita.

ATTIVITA' SVOLTE: CORSO DI BARMAN, CORSO DI VIDEOMAKER, SERATE ADOLESCENTI (PIZZATA E TORNEO DI PLAYSTATION), CORSO DEEJAY, CORSO FOTOGRAFIA

Iftar Insieme - Acli Salerno (SA)

Con il termine IFTAR ci si riferisce al pasto serale con cui si interrompe il digiuno quotidiano durante il mese di Ramadam. L’Iftar durante Ramadan è spesso un momento di condivisione, con famiglia e amici che si riuniscono, un’occasione di festa e di gioia, per stare insieme agli altri. Questa è stata l’occasione propizia per le Acli di Salerno, promotori e sostenitori della quinta edizione di “Iftar Insieme”, di ricreare uno spazio di condivisione e di riflessione comune, per promuovere l’integrazione e il dialogo interculturale e religioso con tra le comunità musulmane, le presenze di altri immigrati insediati attorno agli anni Ottanta e la popolazione italiana del territorio. Un evento che, in tutte le edizioni ha coinvolto i comuni di Battipaglia, Eboli e Bellizzi. Per la sede dell’iniziativa, lo scorso 23 marzo, è stato scelto il Palazzo dello sport messo a disposizione dall’amministrazione di Bellizzi, comune che si distingue per la presenza di una importante comunità marocchina e che ha fatto sorgere il primo luogo di culto musulmano riconosciuto nel territorio.   

Questa esperienza di contaminazione rappresenta uno snodo importante per attivare un confronto istituzionale e creare un momento di scambio interculturale che mette al centro il cibo, per tale ragione l’iniziativa viene riproposta ogni anno, sebbene con qualche variazione, riscontrando sempre una nutrita partecipazione. Il 23 marzo hanno preso parte 500 persone, prima al confronto istituzionale, per poi proseguire con la cena preparata con cura dalle donne delle comunità immigrate. Mettere in tavoli il cibo per condividerlo con gli altri è la fase finale di un iter che va dalla preparazione in comune delle famiglie nei giorni precedenti, al servizio, dove le donne raccontano le origini delle pietanze, parlano delle ricette e mettono in comune la propria esperienza.

Il ruolo della rete, nella realizzazione dell’evento, è stato determinante. Oltre alla presenza del presidente delle Acli di Salerno, hanno aderito le amministrazioni locali con il sostegno e la partecipazione dei Sindaci, il presidente della moschea di Eboli e di Battipaglia, la prefettura con la presenza del vice prefetto di Salerno, il coinvolgimento della dirigente della Asl, la collaborazione con il Consorzio “La Rada” (si sono occupati di fornire le targhe per le premiazioni, le forniture per la cena, il tovagliato, ecc.), la scuola di dialogo interculturale e interreligioso e altri.

Le Acli di Salerno, infatti, arrivano a questo appuntamento di “Iftar” con un percorso di lavoro alle spalle sul tema dell’immigrazione e dell’intercultura, che ha permesso il consolidamento di un’ampia rete di collaborazione, con un certo discreto numero di partner. In passato, insieme al Consorzio la Rada sono state assegnatarie di un progetto Fani realizzando dei poli multifunzionali che interagiscono con uno sportello della asl per sostenere gli immigrati, anche temporaneamente presenti sul territorio, su tutti gli aspetti socio sanitari grazie al supporto di una mediatrice culturale. La scuola di dialogo interculturale e interreligioso, con all’interno l’università, promuove la riflessione e il dibattito sull’interculturalità ad alto livello. Si tratta della seconda esperienza come scuola, dopo quella di Firenze, e di recente ha aderito alla Rete Nazionale Acli.

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